Buongiorno amici di Nerd House dal vostro Luke!
Oggi sono qui per parlarvi un po’ dell’ultima stagione di The Mandalorian.
Con la terza stagione le avventure di quello che è diventato il Mandaloriano preferito di molti, cambiano un po’ aspetto e coinvolgono altri personaggi molto interessanti della lore di Star Wars. La componente che aveva dettato, in parte, il successo di questa serie nella prima e nella seconda stagione era la sua natura episodica, già citata e ri-citata in altre occasioni.
In questa nuova stagione, si lascia decisamente più spazio ad una trama compatta. A parte qualche episodio che non è direttamente collegato alla trama principale, ma che comunque narra di eventi collegati, il resto degli episodi segue un filo logico ben preciso e sotto alcuni aspetti anche un po’ prevedibile.
Din Djarin e Grogu fanno da co-protagonisti, condividendo i riflettori con Bo-Katan. L’ultima rappresentante del clan Kryse, si assume il gravoso compito di riunire tutti i Mandaloriani sparsi per la galassia di nuovo sotto un unico vessillo. Un’impresa ardua visto l’odio che intercorre tra i vari clan del popolo di guerrieri. Questa è la storia principale della stagione, che viene introdotta da una piccola parentesi sulla gestione della galassia da parte della Nuova Repubblica. Carente anche se pacifica, e molto debole alle infiltrazioni di vecchi rappresentanti dell’Impero che ancora cercano di raccogliere le forze.
Grazie a questi nuovi protagonisti della serie, abbiamo l’occasione di conoscere ancora meglio il popolo di guerrieri letali che sono i Mandaloriani. Proprio da questo tratto del loro carattere nascono molti dei problemi e faide in cui sono coinvolti. La loro letalità non deriva semplicemente dalla eccellente preparazione nel combattimento, ma nel fatto piuttosto che il combattimento, le armi, la guerra fanno parte della loro vita e influenzano la loro stessa esistenza. Questo è forse uno dei maggiori problemi che risiedono alla base delle sfortune dei Mandaloriani e della difficoltà che riscontra Bo-Katan nel cercare di riunire il suo popolo. Esiste però una cosa che li accomuna tutti. L’amore per il loro pianeta natale, che grazie a Din Djarin, scoprono non essere contaminato per i bombardamenti imperiali.
Proprio su Mandalore si uniscono tutte le storie che compongono questa nuova stagione. Il pianete è il fulcro delle mire di Mandaloriani e di un gruppo di ex-Imperiali, guidato da un consiglio di ufficiali, tra cui troviamo anche Moff Gideon. Scampato alla galera grazie alle macchinazione dei suoi infiltrati nella Nuova Repubblica, ha stabilito una base sul pianeta Mandalore. Il suo obiettivo è di sfruttare le risorse del pianeta per creare un esercito di Soldati Ombra dotati di armature in Beskar e come arma decisiva un gruppo di suoi cloni, sensibili alla forza. La battaglia che si tiene sul pianeta tra le due fazioni è decisamente spettacolare e vede trionfare i Mandaloriani. Gideon parrebbe essere morto, ma conosciamo tutti bene la brutta abitudine che hanno i personaggi di Star Wars di sopravvivere alle morte peggiori di tutta la galassia.
Passiamo ora a parlare per bene di cosa va e cosa non va in questa serie. I combattimenti e le scene d’azione hanno sempre avuto una parte importante in questa serie e trovo che in quest’ultima stagione abbiano compiuto un ulteriore passo avanti: un numero maggiore di scene d’azione, con coreografie più acrobatiche e soprattutto molti dogfight, ovvero i combattimenti a mezz’aria o nello spazio. Bellissima infatti la scena dell’assalto dei Mandaloriani alla base di Gideon, volando con i loro jetpack. Grazie proprio a tutta questa azione mozzafiato, i Mandaloriani hanno davvero potuto dimostrare la loro forza. In altre serie e nelle altre stagioni di The Mandalorian già avevamo avuto degli assaggi, ma trovo che qui abbiamo potuto gustarla fino in fondo.
Dal lato tecnico, come sempre non esistono lamentele di sorta perché la serie mantiene sempre un’altissima qualità per quanto riguarda effetti speciali, colonna sonora, prop di scena e costumi.
Guardando alla trama invece, una delle cose che mi è piaciuta di più è stato il consolidarsi del rapporto tra i due principali protagonisti. Din Djarin riconosce finalmente Grogu come un valido aiutante e non più come un trovatello da salvaguardare. Il finale oltre a dare un chiaro indizio sul prossimo sviluppo della serie (che potrebbe tornare a narrare le avventure in solitaria di Mando insieme a Grogu) crea una vera e propria famiglia tra i due, padre e figlio, Din Djarin e Din Grogu. Sono molto curioso di scoprire come sarà Grogu come Mandaloriani addestrato.
Tra i punti a sfavore, tornerei a citare l’abbandono della natura episodica della serie, quella che aveva conquistato tutti fin dalla prima stagione. Oltre che per il cambio di struttura in sé, anche perché questa stagione ha dato più spazio ad altri personaggi, cadendo forse nell’errore compiuto con The Book of Boba Fett. Nei primi episodi ci sono forse troppi salti tra le varie trame e troppi personaggi come soggetti delle singole puntate. Poi come ultima cosa, come pensiero decisamente personale, ho trovato che il piano di Moff Gideon fosse un po’ goffo. Oltre al fatto che clonare sé stesso inserendo forzatamente una sensibilità alla forza mi pare esagerato, non è poi detto che questa piccola forza militare possa bastare a riconquistare il vecchio potere dell’Impero come diceva proprio Gideon. In ogni caso, penso proprio che il caro Moff abbia tutte le carte per tornare nelle prossime stagioni. La sua morte non mi ha convinto per niente.
In conclusione, The Mandalorian, rimane una delle migliori serie di Star Wars e anche della Disney. Un vero successo che non accenna a fermarsi. Nonostante questo piccolo cambio di connotati per la terza stagione, alla fine il prodotto finale non è stato per niente male.
Voto finale? Un grande e solido 8!
Non ci resta che rimanere in attesa della prossima stagione!
E voi cosa ne pensate? Anche voi seguite The Mandalorian? Fatecelo sapere nei commenti!
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Alla prossima amici Nerd!
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