In occasione della pubblicazione della nuova edizione in formato tankobon, oggi parliamo un pò di Extremity ad opera di Daniel Warren Johnson (Murder Falcon, Beta Ray Bill, Wonder Woman: Terra Morta) e di come questo gioiellino sia stato riscoperto negli ultimi giorni dai lettori grazie, appunto, alla già citata edizione ad opera di Saldapress.

La vicenda vuole concentrarsi pricipalmente sul rapporto tra Thea e Rollo, fratello e sorella, e di come la guerra tra i clan Roto e Paznina abbia letteralamente devestato loro padre Jerome, portandolo a sprofondare in un abisso di collera e abnegazione nella sua sete di vendetta verso la regina Nim a capo dei Paznina.

Nel complesso abbiamo tra le mani una vicenda corale, in cui l’odio è il fulcro genratore di tutto senza il quale gli avvenimenti non ingranerebbero nemmeno per un secondo. Ma naturalmente c’è dell’altro. E’ interessante come questo lavoro di Johnson, uno dei primi tra l’altro, non sia per nulla acerbo, anzi.

Ci ritroviamo in mezzo all’ira devastatrice di Jerome che spezza in due i legami con Thea e Rollo. Rollo dovrebbe divenire il capo dei Roto dopo la morte del padre, mentre Thea, invece, dovrebbe essere l’artista che è da sempre ma a seguito di un’evento che appare all’inizio della nostra storia non può essere ciò che è veramante.

Interessante il contrasto tra i due, che alteranano un pò i rispettivi ruoli portando la vicenda ad un livello davvero interessante e riflessivo. Non è il conflitto tra Roto e Paznina a muvoere le trame della storia, o almeno lo è inizialmente, ma bensi è il capovolgimento emotivo dei due protagonisti e le loro scelte che portano la storia ad un livello successivo. The è una guerriera, aggressiva, compiace lo scellerato padre con atti efferati a quasi crudeli mentre Rollo fugge dalle sue respondabilità di Abba (essere a capo dei Roto) per intreprendere un’amicizia con Shilo, comprimario che si rivelerà essere quasi fondamentale nel compimento del destino dei due.

Il dramma delle scelte è reso benissimo, è teso e nemmeno scontato e funge da portante in un intreccio ben orchestrato e per nulla acerbo. Siamo soltanto a uno dei primi lavori di Johnson e possiamo avere la sensazione di avere tra le mani un’artista completo capace di mescolare dramma, ambientazione carterristica dello Studio Ghibli ad elementi più occidentali quali possono essere ambientazioni distopiche alla Mad Max o violenza spietata. C’è cuore, passione e soprattutto voglia di stupire il lettore con anche comprimari che non sono buttati a casaccio ma che si prendono i loro momenti di gloria, ben motivati, ma soprattutto strutturati con una forte spina dorsale e in modo da essere un’ottima aggiunta ad un mondo ben coeso.

Johnson ci sa fare, e parecchio. Tra inquadrature veramante accattivanti, splash page letteralmente mostruose e sequenze brutali, ci ritroviamo di fronte ad un’opera dall’animo sia gargantuesco che soprattutto nobile, una dicotomia ben presente in quasi tutti i lavori fin’ora prodotti dall’autore ma che qui esplode. Se da un lato abbiamo mostri e combattimenti ai limiti del barbaro, dall’altro ci ritroviamo di fronte ad una storia che sa di crescita quasi spiritaule e che vuole in tutti modi far capire che sapere il proprio nome identificativo è un elemento cardine importantissimo.

E’ una storia che fa commuovere ma che semina anche sentimenti spregevoli seppur ben motivati. Come detto ha una doppia anima ma non è un elemento di contrasto, anzi fa dà risalto ad una cornice immaginifica veramante ben curata e redatta in maniera impeccabile. Si sentono le influenze nipponiche ma soprattutto vive di vita propria e non è una blanda imitazione di qualcosa. Johnson in questo si ditingue: originalità e un connubio perfetto di elementi che possono stonare ma se ben miscelati possono dar vita ad un prodotto più che ottimo.

Non mi voglio dilungare molto sulla vicenda in sè perché sta a voi il piacere di viverla e scoprirla ma sappiate che Johnson era reduce soltanto dal suo primo web comic, Space Mullet (edito da noi da ReNoir e purtroppo incompleto) sempre da autore completo e qui ha gettato del tutto anima e corpo per regalare un’opera veramante validissima, non solo come debutto effettivo ma soprattutto come storia complessa ed articolata.



L’ottimo Mike Spicer ai colori, ci regala delle tinte veramente vivide seppur con colori freddi che tendono a supportare il senso di odio e la foga della guerra ma sicuramnte danno piena linfa ad una storia che ha molti aspetti positivi, questo uno dei molti.

Johnson e Spicer collaborano tutt’ora e sono un connubio perfetto di come un lavoro in coppia possa dare risultati eccelenti e creare collaborazioni che rasentano una garanzia.

Certo di esservi stato utile, vi ricordo che Extremity è edito da Saldapress in due edizioni: una con i colori di Mike Spicer in due volumi e l’altra in formato tankobon in b/n con i grigi preparatori di Mike Spicer.

Anche per questa recensione è tutto! Vi aspettiamo sotto il post dedicato sulla pagina di Nerd House per vedere la nuova edizione del fumetto e sapere il punto di vista di GiulioDuplo!

Many Nerds, One House!