Buongiorno amici di NerdHouse dal vostro Luke!
Oggi sono qui per portarvi la mia personale recensione di Thor: Love and Thunder.

Ovviamente, da buoni super-supporter della Marvel, siamo andati a vederlo il giorno di uscita al cinema. L’articolo lo sto scrivendo quasi 24 ore dopo, perché avevo bisogno di digerirlo come si deve per potervene parlare con obiettività. Non vi nascondo che all’uscita dal cinema ero leggermente insoddisfatto. Nonostante le grosse, grossissime risate che mi sono fatto, sentivo che non era quello ciò che desideravo vedere e pensavo di vedere. Ovviamente le aspettative personali non possono sempre coincidere con quello che sarà poi il film e soprattutto non dovrebbero influire sul giudizio finale. Per questo mi sono preso il mio tempo. Ho chiesto ad altri cosa ne pensassero e ho letto qualche altra recensione ed ora sono pronto per dirvi la mia!

Prima di tutto però, il solito allerta spoiler. Non proseguite se ancora non avete visto il film.

Allora, come ho già detto, quest’ultimo film su Thor mi ha scatenato davvero tante, ma tante risate. La comicità è presente praticamente in ogni minuto di questa pellicola. Che siano battute, gag, strani comportamenti o oggetti particolarmente sensibili, Thor: Love and Thunder è un titolo vi strapperà ben più di un sorriso… sempre che vi piaccia questo tipo di comicità, ovviamente. Lo stile comico del regista Taika Waititi, per questo film come per Ragnarok, è infatti demenziale e non è uno stile adatto a tutti. Dove però c’è la comicità, non c’è spazio per momenti seri o drammatici. Questi ultimi infatti scarseggiano per tutta la durata del film e comunque vengono spesso interrotti bruscamente per far tornare lo spettatore a quell’atmosfera parodica, non lasciando neanche il tempo di godersi brevi momenti di coinvolgimento.

Il Thor di questo quarto film sul supereroe Marvel, il protagonista ha assunto un atteggiamento da guru che ha raggiunto la pace. Il tutto fa però da maschera all’enorme vuoto che gli eventi passati hanno lasciato nel suo cuore e questo modo di agire da tontolone è il suo scudo. Sotto questa luce, il nuovo Thor ha senso e non disturba vedere in che maniera idiota si comporta in alcune occasioni. Però bisogna avere davvero a mente il motivo di questo cambiamento. Thor ha chiuso il suo cuore e questo nuovo viaggio serve come crescita personale per potersi aprire a nuovi affetti. Il ponte per questo grande cambiamento è un personaggio fondamentale per la storia di questo film ma che è stato presente anche nei film passati, ovvero la dottoressa Jane Foster. In Love and Thunder, Jane scopre di essere malata di cancro e trova sollievo solo brandendo Mjölnir, per cui è degna e quindi l’ex arma di Thor le dona poteri incredibili. Dove la scienza non arriva, magari la magia può essere la via. È questo che spinge Jane a cercare Mjölnir e diventare un’eroina. 

Ovviamente le capacità attoriali di Natalie Portman non si mettono in discussione infatti, anche in questo nuovo film ha donato molto al personaggio. Sicuramente l’interpretazione più drammatica di tutto il film, accompagnata da un eccellente comicità a cui l’attrice si presta senza alcuna difficoltà. 

Parliamo poi del Villain principale, Gorr. Un personaggio pieno di potenziale, affidato alle ottime abilità attoriali di Christian Bale. Ma nonostante le ottime pretese non mi ha convinto troppo. Sarà anche colpa del del doppiaggio italiano che ha modificato l’interpretazione di Bale, ma Gorr non mi ha coinvolto totalmente e soprattutto non mi ha trasmesso quella sensazione di pericolosità che avrebbe dovuto. Conoscendo il personaggio dai fumetti, l’introduzione mi è sembrata un po’ troppo breve e le sue motivazione un po’ “superficiali”. Nel fumetto Gorr è un fedele sostenitore del proprio Dio e solo dopo un bel po’ di accadimenti finalmente si arrende all’idea che gli Dei non hanno a cuore il destino dei propri fedeli. Nel film invece accade troppo in fretta. Avrei preferito vedere più minutaggio speso per raccontare per bene la storia di un personaggio così drammatico. Però il tono parodico di questo film è presente anche in questa parte, mostrando la divinità adorata da Gorr come una macchietta: grassottello, arrogante, festaiolo e che ammette senza colpo ferire di godere della disperazione dei suoi fedeli che lo pregano senza ricevere mai nulla in cambio. 

E questo è il timbro che sembra essere stato dato a qualsiasi altra divinità presente in questo film. Una volta raggiunta Omnipotent City, un enorme numero di divinità ci si para davanti agli occhi e proprio tutti sembrano condividere questo carattere superficiale e altezzoso. La preoccupazione più grande di ognuno di loro presente al consiglio, è quando organizzare la tipica orgia. Questo svestire tutti i personaggi di una qualsivoglia serietà, è una delle cose che a mente fredda mi ha dato più fastidio. Anche lo scopo finale di Gorr non sembra così terribile se il pantheon di divinità che ci viene presentato è così pieno di “idioti”.

A dare valore al film ci sono però effetti speciali sempre di prima qualità come in tanti altri prodotti Marvel. Molto, molto bella è stata la sequenza del combattimento finale contro Gorr, in cui la schiera di bambini dotati dei poteri di Thor tira delle sonore mazzate all’esercito di ombre di Gorr. Mentre il momento più commovente è quello davanti ad Eternità. Quando Gorr decide di interrompere questa missione di guerra e concedersi alla pace, chiedendo una nuova vita per sua figlia e in contemporanea Thor decide di aprire il suo cuore, ancora una volta, all’amore. Proprio mentre sta perdendo la propria amata ritrovata, accoglie una figlia e riempie la voragine nel suo cuore. Un’evoluzione parallela e contemporanea, molto piacevole ma, per me almeno, meno coinvolgente di quanto sperassi. Purtroppo non sono riuscito ad empatizzare troppo con i personaggi a causa dell’umore scherzose e divertito che mi aveva imposto il film.

Volendo tirare le somme e dando un voto, io direi un bel 7 pieno. Thor:Love and Thundere è un film che va preso con il giusto mood. Una entrati nell’ottica del film, si può godere di un film davvero molto divertente, senza grosse pretese e con una trama tutto sommato interessante anche se sviluppato in modo così poco serio. Guardatelo se avete voglia di spegnere il cervello per 2 orette e godervi del sano humor.

Ah sì, Zeus diventa moooolto serio nelle post credits. Essere stato trafitto con la sua stessa arma da Thor, gli ha fatto venire i 5 minuti, ordinando ad Ercole in persona di punire il Dio del Tuono. Un portone spalancato per un sequel che ha tutto l’aria di voler portare tante legnate al nostro fusto spara fulmini.

Abbiamo terminato anche per oggi. Diteci cosa ne pensate di questo ultimo film di Thor nei commenti su Instagram.
E ovviamente tornate spesso sul sito per leggervi qualche altro nostro articolo.

Alla prossima Nerd e come sempre:

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