Torino Comics 2025 – Il Torino Comics per me non è solo una fiera: è il luogo che mi ha fatto innamorare del fumetto quando ero poco più che una bambina, e che oggi continua a regalarmi incontri speciali. È qui che ho conosciuto i miei compagni di avventure di Nerd House, con i quali condivido la passione per le storie. Ed è sempre qui che quest’anno ho avuto l’opportunità di intervistare Giulio Mosca, in arte “Il Baffo” – uno degli autori più originali del fumetto italiano contemporaneo.

Dall’esordio nel 2017 con La notte dell’oliva (ManFont) alla trilogia esistenziale edita da Feltrinelli Comics (Clorofilla 2021, Ossitocina 2022, Salsedine 2023), passando per Le poesie si possono disegnare (Longanesi, 2019), Mosca ha creato un universo riconoscibilissimo. Il suo alter ego dal baffo alla Dalì e pelle blu – nato nel 2018 con Sublimi banalità quotidiane per persone blu – ha conquistato il pubblico sia su Instagram che attraverso il suo store ufficiale ilbaffogram.it, dove i fan possono trovare stampe, gadget e edizioni speciali.

Mentre fuori dallo stand la fiera proseguiva tra risate e chiacchiere, io e Giulio ci siamo seduti per scoprire i dietro le quinte del suo lavoro.

Foto di Giulio Mosca

Intervista a Giulio Mosca

Miriam: Come ti è sembrato quest’anno il Torino Comics, in generale questa edizione?

Giulio: Allora, devo dire che è sempre un piacere per me tornare a Torino, perché è una città dove ho vissuto sette anni, quindi è sempre bello venire qua. Ed è una piazza dove ho visto tante persone, anche molto diverse, quindi diciamo che è un buon segno. Penso dai ragazzini, proprio a età scolastica, fino a persone anche molto più grandi di me e poi anche quelle più vicine alla mia età, che magari sono anche più i miei lettori. Quindi è un pubblico molto eterogeneo.

M: Ho notato che le tue vignette hanno un messaggio universale e che i lettori si riconoscono molto. Da dove nasce l’idea del baffo?

G: Ma allora, diciamo che non saprei dirti da dove nasca l’idea, perché è una cosa che mi è venuta abbastanza naturale da fare. E su quello che dici sono d’accordo, perché cerco sempre di fare delle cose che abbiano più punti di lettura. Quindi, appunto, magari diciamo che il lettore è sempre quello che mette l’ultima parte con la sua interpretazione di quello che scrivo, che cerca di essere il più universale possibile. Sicuramente ognuno basa il proprio vissuto e riuscirà a farlo suo con una sfumatura leggermente diversa rispetto a un altro. E trovo che questa sia la cosa bella, anche di tutta, in realtà, l’arte che lavora con la comunicazione, che alla fine rimane, nonostante si cerchi a volte di essere oggettiva, sempre molto soggettiva, in base a chi la affluisce.

M: Parliamo di Salsedine: quanto è durato il lavoro e quali sono stati gli spunti?

G: Sì, Salsedine è il terzo fumetto che ho fatto con Feltrinelli, che chiudeva la trilogia che è iniziata con Clorofilla. Poi c’è stato Ossitocina e infine Salsedine. Questi tre fumetti sono collegati tra loro, proprio temporalmente con gli stessi personaggi, ma che in realtà io ho pensato che potessero essere letti anche da soli e in ordine non per forza lineare. Questo fumetto qui è l’ultimo, come dicevo, di questa trilogia e diciamo che l’ho fatto in un periodo che va dai più o meno sei, sette, otto mesi, tra tutta la progettazione e tutto quanto, che non è tantissimo per un fumetto. Infatti, bisognerebbe dedicarci un pochino più di tempo, però era un periodo molto incasinato della mia vita, quindi ho lavorato un po’ un po’ a pezzettini, tranne nella parte finale che è andata da luglio fino a settembre, dove ho proprio lavorato per chiuderlo seriamente. Quindi sì, questi sono i tempi di lavorazione.

M: Ho notato che vai d’accordo con molti autori sui social. Come è questo rapporto?

G: Sì, è vero, è vero. Diciamo che con alcuni dei miei colleghi sono molto amico, perché ci siamo conosciuti tutti sul lavoro, in varie fiere o comunque eventi simili. Magari prima sui social e poi ci siamo visti dal vivo. Con alcuni di loro è nata proprio un’amicizia che va veramente al di là del lavoro, ed è una cosa molto bella. Soprattutto perché, in realtà, noi siamo fumettisti del web, chiamati così ancora, visto che abbiamo cominciato appunto a pubblicare le nostre strisce nei social network. Siamo sempre stati mega poco considerati da quelli che invece avevano fatto un percorso più analogico, più canonico. E quindi ci siamo sempre ritrovati a essere, diciamo, anche a volte bullizzati da tutto il mondo del fumetto.

Quindi, forse tra di noi ci siamo anche riuniti, perché eravamo tutti vittime di questo ”cyberbullismo e bullismo reale” da parte di queste persone. Però, a parte gli scherzi, sono persone che appunto fanno parte della mia vita, non solo dal punto di vista lavorativo, perché sono proprio amici con i quali esco la maggior parte delle volte. E niente, quindi dal punto di vista di amicizia, sono amicizie normali che vanno al di là del lavoro. Poi sì, spesso abbiamo fatto anche robe insieme. Non tantissimo, proprio perché, siccome siamo amici, quando ci vediamo l’ultima cosa che abbiamo voglia di fare è magari parlare di lavoro, metterci a lavorare. Però qualche volta è capitato, è stato anche divertente. Anche se siamo sicuramente più amici che colleghi.

M: Quali sono i tuoi progetti futuri?

G: Allora, in questo momento sto lavorando a un nuovo libro che dovrebbe uscire in autunno. Sarà una… non sarà un fumetto, però sarà un libro non fiction, così si chiamano, perché non sarà neanche un romanzo. Sarà una sorta di libro, una sorta di manuale ironico un po’ sulla filosofia applicata. Una serie di spunti e riflessioni sulla vita, su varie domande che magari non avranno neanche risposta. Però, detto così, può sembrare una cosa un po’ strana; infatti, è difficile da raccontare. In realtà è una cosa molto nelle mie corde, perché tutte le persone che leggono le mie vignette spesso si soffermano più sui testi che sui disegni. Quindi, le persone che già mi conoscono troveranno un sacco di quello che sono abituati a vedere nei miei lavori anche in questo nuovo progetto. Quindi, principalmente, questo.

Firma con dedica a Miriam di Giulio Mosca in arte Il Baffo

Chiacchierare con Giulio Mosca è stato come entrare in una delle sue vignette: ironico, sincero, capace di trasformare riflessioni complesse in storie che sembrano parlarti direttamente.

Un ringraziamento speciale va a Nerd House, compagni di avventure senza i quali questa intervista non sarebbe stata possibile. Per chi vuole restare aggiornato sul mondo del fumetto, seguiteci su Instagram.

Ora non mi resta che aspettare l’autunno per il suo nuovo libro, continuando a seguire le avventure del Baffo su Instagram e a curiosare tra le novità del suo store.

Perché le storie del Baffo, sono quelle che ti fanno sentire a casa.

Many Nerds, One House!

Giulio Mosca quadro "sopportami"