Ciao! Mi presento, io sono Roxanne e vi do il benvenuto!

Oggi iniziamo col botto e ho deciso di parlarvi di quel grosso elefante nella stanza prima di rimpinzarvi di consigli nerd direttamente dalle mie liste preferite.
Se vi piacciono le tematiche sociali e il nerd, beh siete sulla pagina giusta ma bando alle ciance iniziamo subito!

“Basta con tutto questo ‘politically correct’ non se ne può più”

Ormai è da un po’ di anni che sentiamo questo termine e questa frase ormai la leggiamo ovunque, ad ogni discussione su nuovi o vecchi prodotti di intrattenimento e magari anche voi vi identificate in questo pensiero.
La faida nelle conversazioni degli utenti nei vari social sembra infinita ma soprattutto è vero che il ‘politicamente corretto’ è troppo?

Analizziamo la questione insieme, sopratutto dal lato nerd nella quale ci concentreremo maggiormente.
Prima di tutto partiamo dalle basi.
Dal vocabolario Treccani questa è la sua definizione:

L’espressione angloamericana politically correct (in ital. politicamente corretto) designa un orientamento ideologico e culturale di estremo rispetto verso tutti, nel quale cioè si evita ogni potenziale offesa verso determinate categorie di persone.

Il primo utilizzo di questo termine fu nel 1917 a seguito della rivoluzione Russa ma principalmente usato negli anni 70’ dai politici liberali per prendere in giro le tematiche di sinistra ritenute troppo estreme. Il termine poi è quasi sparito per poi essere usato nuovamente negli anni 90’ dalla destra conservativa verso la sinistra liberale ma a volte anche viceversa. Il tutto ci porta ai giorni nostri dove è usato giornalmente per definire << l’esagerazione della varie lobby (gay, femministe ecc) con le loro richieste per provocare censura e vietare la libertà di parola ed espressione >>

politically correct - politicamente corretto - bodyshaming - razzismo - sessismo - omolesbotransfobia - abilismo - LGBT+

Come può tutta questa politica rientrare nel nerd?

Tanti di voi sicuramente penseranno “la politica è politica, deve essere lasciata fuori da queste cose, io *inserire hobby nerd a caso* per svagarmi” e avreste ragione ma vi sfido a trovare qualcosa che non sia politico o regolato dalla politica.
Inoltre, tutti noi consumiamo prodotti per svagarci però è un po’ difficile farlo se il prodotto in questione è problematico e/o non gestisce in maniera adatta delle tematiche importanti perpetuando stereotipi che marginalizzano alcuni gruppi per uno o più motivi.

Le categorie di cui parliamo sono per esempio le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, donne, neurodivergenti, disabili e in generale con corpi non conformi, persone di diversa etnia e con un colore di pelle diverso dal bianco. Inoltre, non pensate che essere uomini possa salvarvi dalla rappresentazione problematica, quante volte viene rappresentato l’uomo che non può essere sensibile e viene chiamato “femminuccia“, sono sicura che vi vengono in mente molti esempi.

Quindi, venendo al punto noi nerd consumiamo gigabyte e pagine di contenuti di intrattenimento e come lo facciamo noi lo fanno miliardi di persone, tutte differenti e con la loro unica sensibilità.
La quale finalmente viene presa in considerazione anche dai “pezzi grossi”. Lo fanno per soldi? Lo fanno perché davvero hanno a cuore le tematiche? Chi può saperlo, ma con certezza possiamo dire che la consapevolezza che abbiamo oggi è diversa da quella che avevamo nel 1920 per tanto è chiaro che la maggior parte dei prodotti dell’epoca oggi non sono consoni e coerenti con l’agenda sulla riduzione di concetti che portano alla discriminazione di categorie.
Quindi partiamo dal passato per arrivare ad oggi, parliamo di censura.

Vi ricorderete sicuramente il caso di Biancaneve dell’anno scorso. La notizia è stata rimbalzata da tutti i maggiori quotidiani italiani perché un giornale ’vattelappesca’, di una piccola cittadina americana aveva condiviso il commento di una persona sulla giostra di Biancaneve e che la principessa fosse vittima di violenza sessuale in quanto non consenziente al bacio del principe. Non sono mancati i commenti indignati su quanto fosse esagerata una posizione del genere e sul fatto che non si possa davvero più dire niente.

politically correct - politicamente corretto - bodyshaming - razzismo - sessismo - omolesbotransfobia - abilismo - LGBT+

Prendiamo l’avvenimento, varie testate rimbalzano la stessa notizia ingigantendola e ponendola come se fosse “la lobby femminista” ad aver intavolato la questione.
In realtà è la stessa tecnica usata negli anni 70’ dalla destra conservativa per scardinare le richieste di diritti della sinistra ridicolizzando ed estremizzando le tematiche per disincentivare l’opinione pubblica al sostegno delle stesse.

Nessuna femminista ha mai criticato Biancaneve in questi termini. Non si può negare che il cartone di Biancaneve sia ovviamente figlio dell’epoca in cui è uscito, così come lo furono Cenerentola e la Bella addormentata. Storie a cui tutti siamo affezionati così come sono. Questo vuol dire rinnegare le storie o il modo in cui sono state scritte? Direi di no. Possiamo sicuramente affermare che Biancaneve non ha prestato nessun consenso ma non possiamo pretendere di guardarlo oggi nello stesso modo in cui lo si è guardato nel 1938. Questo perché oggi abbiamo una attenzione diversa verso i messaggi che vengono passati. La scelta della Disney infatti è quindi di mettere quello che chiamiamo ‘Trigger Warning’ in cui all’inizio del film è avvisare che ci sono determinate rappresentazioni e/o concetti che ovviamente oggi non sono più adatti ma senza castrare il prodotto ma imparando da esso.

La questione è diversa quando un prodotto attuale invece viene deliberatamente costruito in maniera problematica. Essere bravi nello scrivere un prodotto vuol dire anche essere in grado di esprimere un concetto senza offendere, ridicolizzare o stereotipizzare nessuna categoria. Non vuol dire censurare o limitare la scrittura ma semplicemente fare in modo che tuttə possano beneficiare dell’intrattenimento in serenità.
Ricordiamoci anche che dire se un concetto è offensivo o discriminatorio deve essere la categoria ‘colpita’ a giudicarlo, non deve essere per esempio una persona non disabile a dire che un concetto non è abilista, e questo vale per tutte le categorie colpite. Chi non è colpito ovviamente non è escluso dalla conversazione però non è utile avere un atteggiamento di negazione o di voler spiegare cos’è l’abilismo ad una persona disabile. Siamo ben lontani da avere prodotti non problematici e siamo ancora intrisi tantissimo da abilismo, sessismo, bodyshaming, razzismo e omolesbotransfobia.

É essenziale quindi cercare di discernere le notizie che leggiamo per cercare di non incappare nella strumentalizzazione delle notizie che sfruttano il nostro affetto per le storie, e i personaggi a cui siamo tanto legati, per deviare le nostre opinioni.

Vi lascio con un video fatto da un Nerd per eccellenza, ciao Nerds!
See ya!

Many Nerds, One House!