Buongiorno amici di Nerd House, dopo pandori e panettoni e chili di carbone, oggi torniamo con la rubrica “Hulia dispensa consigli cinematografici” per parlare del nuovo live action di Diabolik, uscito nelle sale italiane lo scorso 16 dicembre.
Per chi non conoscesse Diabolik, mi piacerebbe fare una breve introduzione.
il primo numero di Diabolik esce il 1 novembre del 1962, si intitola “il re del terrore“, e racconta le avventura di Diabolik, geniale ladro, capace di straordinari travestimenti. Un ladro straordinario dal carattere molto sfaccettato e complicato.
La sua nemesi per eccellenza è l’ispettore Ginko, ispettore serioso e professionale che cerca in tutti i modi di catturare il diabolico ladro. Ovviamente come tutti i grandi ladri Diabolik ha una storia personale molto tragica e cupa: salvato da un naufragio viene allevato da una piccola gang internazionale.
Al fianco di Diabolik, troviamo la femme fatale Eva Kant, sensuale vedova che ammalia il giovane ladro.

Il famoso fumetto fu ideato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani e distribuito dalla casa editrice Astorina, casa editrice che fu diretta dalla stessa Angela Giussani fino alla sua morte, avvenuta il 10 febbraio del 1987. Successivamente fu diretta dalla sorella Luciana fino al 2001 anno della sua morte.
Le sorelle Giussani oltre al primato di aver portato in Italia il genere del fumetto italiano nero, possiamo dire che sono le loro stesse idee ad aver portato alla fama il personaggio di Diabolik. E no, non parlo delle storie ideate, ma della trovata geniale di stampare il fumetto di Diabolik in un formato tascabile, in modo che tutti i pendolari che si muovevano da Milano potessero portarselo dietro senza troppi disturbi. E permettetemi di dire una trovato di non poco conto.
Il fortunato fumetto ebbe diverse trasposizioni durante gli anni, ricordiamo il primo lungometraggio “Diabolik” di Mario Bava del 1968; nel documentario “Diabolik sono io” del 2019 fino ad arrivare al nuovo lungometraggio ideato dai Manetti Bros “Diabolik” il cui ladro viene interpretato dal fantastico Luca Marinelli.

Ora, dopo questo brevissimo riassunto sulla storia di Diabolik, parliamo del film che è per questo che siamo qui.
Lasciando un attimo da parte il mio amore per Luca Marinelli, cerchiamo di fare una recensione obiettiva.
I Manetti Bros sono riusciti a portare in sala un film tratto da un fumetto così diverso dai soliti che ci immaginiamo, che quasi fa storcere le labbra. Ovviamente non mi è passato neanche per l’anticamera del cervello che potesse essere simile ad un film Marvel, perché diciamoci la verità, noi italiani abbiamo molta più poesia intrinseca (ovviamente se non parliamo di cinepanettoni) che gli americani.
Il film non cerca di essere un cinecomics, e di questo ne siamo grati, tuttavia mi aspettavo qualcosa in più, quella brillantezza che i vecchi 007 avevano.
Il film ambientato negli anni 60 nello Stato di Clerville, inizia in medias res con l’inseguimento tra l’ispettore Ginko e Diabolik, in cui possiamo ammirare non solo la fantastica Jaguar di Diabolik ma anche la grande genialità del ladro. Capiamo sin dai primi minuti di aver di fronte un ladro non consueto e monotono.
Devo essere sincera, in questa prima sequenza mi sono innamorata del film. Non chiedetemi il perché, ma sembrava uscita da una pagina di un fumetto, gli stacchi di camera, le luci utilizzate, i dialoghi poco fluidi… non so, mi ha dato quella sensazione che i film della Marvel non mi danno: l’immersione totale nel film.
Uno dei grandi punti di forza di questo film, insieme alle ambientazioni ricostruite nei minimi dettagli, e sicuramente la bravura dei due protagonisti Miriam Leone e Luca Marinelli che interpretano rispettivamente Eva Kant e Diabolik, i quali hanno un’intesa straordinaria.
Luca Marinelli é magnifico nel suo ruolo, regalandoci un Diabolik da brivido, ma la Leone… signori. È stata eccezionale, sensuale, con questi occhi da cerbiatta e movimenti così lenti da far quasi venire il mal di testa, ma è stata una bellissima Eva Kant. Sinceramente non me lo aspettavo, ma mi sono dovuta ricredere.
Una nota di merito anche alla colonna sonora che è stata degna dei migliori film noir di Hitchcock, ha reso la pellicola ancora più caratteristica. Il film sembra davvero uscito da alcune pagine a fumetto, lento e sfiancante, ma con le inquadrature e i movimenti di macchina che sono di proprietà di quel cinema noir che non si vede da molto tempo.

In sintesi trovo che il film abbia la capacità di conquistare chi lo sta guardando restituendo quell’atmosfera dei gialli di appendice che in pochi film si riesce a vedere. Personalmente trovo che si potesse fare di più sopratutto nel finale, dove la storia perde un po’ di colpi, ma nel complesso è stata una bellissima scoperta. Peccato per l’ispettore Ginko che ha avuto poco spazio nel complesso, e risulta essere quasi un personaggio di sfondo. Mentre non si può dire lo stesso di Elisabeth interpretata dalla bravissima Serena Rossi che ci ha regalato un’interpretazione molto toccante del suo personaggio.
Purtroppo nelle sale cinematografiche non è più in programma, ma vi invito caldamente ha recuperarlo quando uscirà in qualche piattaforma streaming.
Cari amici di Nerd House per ora vi saluto e mi rintano nella mia grotta, vi invito a farmi sapere la vostra opinione sul film nei commenti delle nostre pagine social Instagram, Facebook.
Baci Stellari
Hulia
Many Nerds, One House!