Buona sera a tutti i nostri amici Nerd!

Oggi il vostro caro amico Luke vi parla di un altro fumetto edito da Shockdom ed il titolo è Blackscreen
Come sicuramente saprete nel caso conosceste questa casa editrice o aveste letto altri miei consigli, Shockdom pubblica opere che sono molto diverse tra loro per tipologia, trama, disegni e storie. Potremmo quasi definirle “di nicchia”.

Il titolo di cui vi parlo oggi, rientra in tutto quello che ho citato sopra. Una trama intrigante, un intreccio studiato per mescolare uniformemente il percorso di tutti i personaggi e disegni decisamente particolari. Blackscreen nasce da un racconto, dal titolo G.O.D., che fu inserito nella silloge Dipoli Umani. Un racconto che non abbandonò la mente dell’autore Lucio Staiani, così che decise di adattarlo in una graphic novel. Grazie all’autore, a Giuseppe Andreozzi che ha lavorato alla sceneggiatura e Giovanni “Fubi” Guida artista a capo dei disegni, è nato il fumetto Blackscreen. Un’opera che fa riflettere su questioni morali, religiose, psicologiche e anche fantascientifiche.

Che cosa accadrebbe all’umanità se un avanzatissima macchina fosse in grado di prevedere il destino di tutti, rivelando anche con esattezza ogni particolare del prossimo futuro di una persona, includendo il giorno preciso della morte?
In questa storia unisce le storie di quattro personaggi principali: Garret O’Daniel, il creatore dell’algoritmo che permette il funzionamento del visore Spoiler, la macchina in grado di prevedere il futuro di una persona; Frank Rosenthal, un professore universitario dedito a ricerche psicologiche sull’influenza dell’autocondizionamento sul futuro delle persone, che grazie al suo Spoiler riceve un Blackscreen, ovvero l’avviso della propria morte; Brian, un tecnico delle Seedindustries, compagnia che produce gli Spoiler, che grazie ad una backdoor del sistema, può spiare il futuro di tutti gli utenti; e poi Amanda, sopravvissuta a un terribile incidente stradale in cui ha perso tutta la sua famiglia e che le ha lasciato l’ossessione della morte.

L’intera storia gira intorno all’ossessione per il futuro, che ha infettato tutto il mondo, o comunque chiunque abbia accesso ad uno Spoiler. Il potere della predizione, dell’onniscienza, trasforma la visione della vita dell’uomo. Ogni momento futuro è a portata di mano. Non esiste più l’incertezza. La vita di ognuno è un film liberamente consultabile, predestinato. Ma tutto questo porta dei dilemmi nella vita di coloro che si fermano ad analizzare questo potere. Esiste il libero arbitrio? Il futuro accadrà perché lo posso vedere o perché è così che deve andare? E infine, Dio non può esistere se l’uomo è arrivato a conoscere il suo disegno.

Come avrete capito, il grande punto di forza di questo fumetto è di sicuro l’enorme spunto di riflessione cardine della storia. Se l’uomo potesse conoscere il suo futuro, cosa succederebbe? Mentre scorrevo le pagine e leggevo le vignette, mi sono soffermato parecchio a pensare e sono sicuro che ogni lettore non possa fare a meno di farlo. Perché quello di cui parla Blackscreen è un argomento che tocca, più o meno profondamente, tutti quanti. Quante volte ci si ferma a pensare: “se avessi saputo come sarebbe andata a finire, avrei agito in altro modo”, oppure “mi piacerebbe conoscere il futuro, prima di compiere il grande passo”. 

In un modo assolutamente particolare, quest’opera porta a riflettere su questioni vitali e cerca di presentare una visione, il più realistica possibile, di un mondo dominato dalla conoscenza del futuro. Leggendo non ho trovato né assurdità né ovvietà. La tecnologia  presentata nel fumetto è difficile da immaginare in maniera scientifica e infatti non se ne fa parola. Mentre invece l’essere umano e i suoi comportamenti sono decisamente più prevedibili, pure in un mondo tanto diverso dal nostro.

Ad accompagnare la certezza, l’infallibilità degli eventi della storia di Blackscreen ci sono dei disegni che comunicano l’esatto contrario. I tratti sono incerti, i colori sono spenti o sbiaditi e le figure dei personaggi mutano da tavola a tavola. Quello che ho letto in questa tecnica è stata sia una contrapposizione sia un indizio sulla vera natura dell’animo umano. L’essere umano della storia infatti, pur vivendo un futuro scritto ed ineluttabile, si strugge per gli infiniti dubbi che questa certezza gli impone. Così i personaggi sono tremolanti, non ben definiti e cambiano in continuazione nella forma e nella sostanza. 

Subito non ho gradito lo stile grafico, ma non appena mi è saltata in mente questa visione ho apprezzato molto la scelta del disegnatore.

Concludendo, Blackscreen è un’opera assolutamente ben costruita sia nella trama che nel reparto grafico. Ciò che comunica è chiaro e spinge alla riflessione.

Ovviamente, non possiamo dire che il tema sia originale, perché la predizione del futuro è un argomento trattato in mille modi e in mille formati, ma ciò non toglie che il fumetto sia unico nel suo genere.

Consigliato? Sì, se avete voglia di uscire dai soliti canoni fumettistici e immergervi in qualche pensiero profondo e intricato e in considerazioni morali. Come ho detto però, lo stile dei disegni è da capire e potrebbe non piacere a tutti.

Per oggi ho terminato e spero di avervi messo curiosità. 

Il fumetto in questione lo potete trovare in fumetteria e sul sito di Shockdom.
Se invece Blackscreen non vi avesse convinto, sul nostro sito ci sono molti altri consigli per ogni gusto!

Many Nerds, One House!