Saluti a tutti amici Nerd, qui il vostro Luke per il consueto appuntamento con Andor!
Siamo al quinto episodio, la storia prosegue, il personaggio di Cassian si sta rivelando sempre di più e gli approfondimenti sulle vicende della guerra tra Ribellione e Impero si fanno sempre più interessanti.

La storia di Syril Karn continua ad affiancare quella di Andor. L’ex corporativo causa del disastro su Ferrix è tornato a casa dopo essere stato cacciato dalla corporazione. Ancora non mi è chiaro come si evolverà il suo personaggio, ma è chiaro che per la serie avrà un ruolo importante visto che continuiamo a seguirne le vicende. Il suo fanatismo per l’Impero e la fissazione per Cassian saranno sicuramente gli ingredienti principali del suo futuro in questa serie. Non azzardo nessuna previsione perché il personaggio di Syril mi da l’impressione di essere più complesso di quanto appare.

Tornando ai protagonisti attuali della serie, Cassian continua ad avere a che fare con il sospetto che i suoi compagni Ribelli ancora nutrono nei suoi confronti. Nonostante tutto, Cassia riesce piano piano a conoscere un po’ i membri della squadra. Grazie a Skeen, uno di quelli che meno si fida di lui, conosce meglio gli intenti dei suoi compagni ma soprattutto quello che muove ognuno di loro, le loro convinzioni e le loro speranze. Qui un piccolo easter egg sul tatuaggio di Skeen che nomina la testa di Krait. Un riferimento forse al Drago Krayt che vediamo anche in The Mandalorian su Tatooine? In ogni caso ognuno di quei tatuaggi porta con sé un passato di prigionia o rivolta. Skeen, come tanti altri Ribelli, ha indubbiamente molte motivazioni valide per odiare l’Impero. 

Un’altra storia che fa parte e si lega strettamente alla narrazione in Andor, è quella della vita di Mon Mothma. Il leader della ribellione per ora è stata vista solo nelle sue vesti civili e di copertura. Ed è proprio su questo aspetto della sua vita che si concentra per ora Andor. La vita privata del leader della Ribellione è a pezzi, minata dal silenzio a cui è costretta e dalla paura costante di essere scoperta.
Un pessimo rapporto con la figlia e ancora peggiore con il marito che ancora non ho capito se stia innocentemente cercando di avvicinarsi a lei o se anche lui fa parte delle spie che la tengono d’occhio in continuazione.

Tornando a Cassian, il Ribelle al soldo, scopre con estremo fastidio che questa squadra in cui è capitato ha un disperato bisogno di lui anche se non era previsto come membro. Non sapere come far partire il decollo del loro mezzo di fuga, conoscere solo approssimativamente gli usi dei soldati imperiali sono alcuni dei problemi che hanno reso Cassian indispensabile molto in fretta. 

Questa sua preparazione però non è sufficiente per placare i sospetti di alcuni dei suoi compagni. Skeen infatti, lo aggredisce e scopre il cristallo Kyber che Cassian porta al collo. Da qui nasce un alterco che sarebbe potuto finire in tragedia. Cassian decide però di togliersi il peso dalle spalle e confessa di essere tra loro solo perché lo pagano. Eppure non si fa qualcosa di così pericoloso e azzardato solo per soldi. Le motivazioni di Cassian ancora non sono chiare, ma anche lui nel profondo sogna la caduta dell’Impero. Però a differenza degli altri, l’odio di Cassian non sembra essere concentrato solo sull’Impero. Infatti il nostro protagonista sembra nutrire un profondo senso di giustizia, dimostrato dal fatto che non sopporta atti di repressione, violenza e ricatto da nessuno, che si tratti di Impero, Corporazioni o altri.  Sono fiducioso che Cassian mi stupirà, nonostante il suo passato da criminale. 

Intanto la missione si avvicina sempre più e verso fine puntata, la squadra di Ribelli si è appostata nelle immediate vicinanze dell’avamposto dell’Impero. Qui Skeen si apre con Cassian raccontandogli cosa lo spinge davvero a combattere. Forse la squadra è riuscita a vedere il valore e le motivazioni del mercenario. In fondo la missione dipende anche da questo. Nella prossima puntata vedremo finalmente l’inizio della missione. Ho un brutto presentimento per questo. Credo che in molti ci lasceranno dalla prossima puntata. Non ci resta che aspettare e vedere.

Cosa mi sta piacendo molto di Andor? Il tono cupo e sempre teso. Il focus intenso sui problemi interni della Ribellione, un movimento che basa la propria efficacia più sui forti sentimenti dei suoi membri che sulla loro effettiva preparazione. Il presentimento che tutto possa andare a rotoli da un momento all’altro mentre invece il nemico sembra cadere sempre in piedi e avere il totale e assoluto controllo di tutto quello che si sta muovendo nella galassia.

Una delle serie di Star Wars più interessanti per ora, indubbiamente.

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