Saluti a tutti amici Nerd! Qui Luke per la fine di questo viaggio insieme a Cassian Andor.
Siamo quindi giunti alla fine della prima stagione di questa serie ed è ora del commento sulla puntata e sulla serie in toto.

Se avete letto i precedenti articoli su Andor, saprete che a parte qualche piccolo momento di noia, la serie mi è piaciuta dall’inizio alla fine. A mente fredda e a stagione conclusa, ammetto di capire meglio anche quelle puntate che non mi convincevano.
Ma andiamo con ordine: il dodicesimo episodio è il naturale quanto sorprendente finale delle vicende della serie. Una conclusione ragionata e impeccabile. Il ritorno di Andor a Ferrix era “scontato” per la morte della madre ma comunque il finale ha la sua originalità. Cassian non si trasforma in uno sprovveduto guidato solo dalla cieca vendetta e dalla rabbia. Anzi, il suo ritorno a Ferrix è come un ritorno in famiglia: Brasso, B2, Bix, i suoi vecchi amici. Sono loro l’importante ora che Marva non c’è più. Le ultime persone importanti per Cassian sono l’obiettivo del nostro protagonista. In tutta la stagione non ha mai assaltato frontalmente l’Impero e neanche il lutto cambia questo aspetto. Coerenza! Una qualità di cui peccano molto prodotti Disney, obiettivamente.

La dodicesima puntata regala molte soddisfazioni. Il funerale di Marva, organizzato con il benestare del controllo imperiale, è una delle parti più commoventi e intense e riunisce quasi tutti i principali protagonisti della serie: gli imperiali lo utilizzano come esca per attirare e catturare Andor, Luthen e i suoi ribelli sfruttano il piano dell’impero per poterlo uccidere e Syril Karn invece per ottenere la tanto agognata vendetta.

La marcia funebre è il momento centrale di tutta la puntata. Scritto bene ed eseguito alla perfezione. I cari di Marva e Cassian sono raccolti per celebrare la perdita di una persona cara a tutta la comunità di Ferrix. Lo stesso rito funebre è molto originale, pragmatico e poetico allo stesso tempo. Mischiare le ceneri del defunto per farne un mattone. Bella trovata davvero, un modo davvero unico di celebrare la morte, simbolo di una unità cittadina non indifferente.
Quello che doveva essere una trappola per Cassian si è trasformata in un esplosione di rancore e odio nei confronti dell’impero. L’olomessaggio di Marva ha riempito il cuore della gente di coraggio e speranza e l’Impero, con i suoi soliti modi arroganti e inadeguati ha fatto il resto. Un vero e proprio conflitto cittadino, che termina nell’inevitabile strage quando gli imperiali decidono di mettere mano alle armi.

Questo è lo scenario in cui Cassian agisce. Con il favore di questa grande occasione, il nostro protagonista si infiltra dove è tenuta in ostaggio Bix per salvarla, dando di nuovo sfoggio della sua incredibile freddezza. Il climax della puntata risiede proprio in questa parte che è un crescendo di emozione, fino alla conclusione di tutto. I cittadini di Ferrix che si ritirano, l’Impero che fa la conta dei danni, i Ribelli che fuggono da un pianeta che è troppo caldo al momento e Cassian che aiuta i suoi cari a scappare.
Andor ha messo in salvo tutto quello che gli è rimasto. Non gli resta che accettare il destino che è stato scelto per lui dagli eventi. Morire o combattere. Arrendersi all’impero per salvare chi gli rimane o combattere per proteggere non solo loro, ma l’intera galassia. Così si mostra a Luthen, in pace, pronto a percorrere una delle due strada che gli si parano davanti. E Luthen, già al loro primo incontro aveva riconosciuto il suo potenziale. Così accetta nelle sue file quello che diventarà uno dei più grandi Ribelli della storia.

Ho parlato solo di Cassian, dimenticandomi completamente di un’altra protagonista della storia. Mon Mothma compare a inizio puntata e come sospettavo e come prospettava apertamente la serie stessa, la senatrice, per cavarsi dai guai, accetta l’offerta di Davos. Questa scena è breve ma ha la sua importanza e soprattutto chiude l’arco narrativo di questo personaggio, che per il momento sembra poter essere al sicuro dall’Impero. La scelta presa è coraggiosa, egoista e anche leggermente crudele. Una scelta che sa anche un po’ di rivalsa, nei confronti di una figlia che la disprezza apertamente e che probabilmente imparerà nel peggiore dei modi che le azioni che disprezzava della madre, erano in realtà per il suo bene.

Ma quindi cos’è stata Andor? Una serie ben riuscita per una serie di ragioni e per un gruppo di persone di talento. Questo prodotto Disney, non si snatura. Non ha bisogno di basarsi totalmente sulla figura di un attore o di banali scene di azione super adrenaliniche. Andor è costruita a puntino, si è presa il suo tempo per raccontare l’inizio di una storia di cui conosciamo già il finale, presentando la nascita e la crescita di un personaggio e di tutte una serie di figure che gli si affiancano o che hanno addirittura la loro storia. Ricca di emozioni, di significato e soprattutto focalizzata sul fondamentale aspetto di una guerra: che non esistono buoni e cattivi, ma solo vinti e vincitori, vittime e carnefici. La Ribellione è giusta, ma per opporsi a un regime mostruoso, bisogna spesso piegarsi alla mostruosità.
Andor è una delle serie Disney e Star Wars che consiglierò di vedere a chiunque. Perché insieme a pochi altri, è un prodotto davvero molto bello e ben curato. Segue il sentiero tracciato da The Mandalorian, rinnovando l’idea che Star Wars esiste al di fuori di Jedi, Sith e Forza, e addentrandosi ancora di più in questa realtà che da vita ad un intero e immenso universo di idee.
Ora tocca a voi! Diteci cosa ne pensate di Andor e se anche a voi è piaciuta quanto a me!
Nel frattempo, non possiamo che aspettare la seconda stagione, ma se non volete rimanere a bocca asciutta perché come me non ne avete mai abbastanza di Star Wars, prossimamente recensiremo anche Tales of the Jedi. Quindi tornate spesso sul nostro sito per non perdevi anche questo articolo!
E se invece vi va di cambiare genere, vi consiglio il nuovissimo post di Ash Manga, in cui parla di archeologia nerd!
Alla prossima amici!
Many Nerds, One House!