Ogni anno, il Salone del Libro di Torino si trasforma in un vero e proprio paradiso dei libri, attirando migliaia di visitatori da tutta Italia. Tra gli stand delle case editrici e le numerose conferenze, i lettori hanno l’opportunità di immergersi in un mondo fatto di storie, incontri e scoperte.

Anche io, come molti altri, mi sono imbarcata in questa avventura di cinque giorni, accompagnata dai miei compagni di fiere. Girovagando tra gli stand, assistendo a presentazioni e facendo la fila per incontrare i miei autori preferiti, ho vissuto momenti indimenticabili. Ma l’edizione del 2024 ha riservato un’esperienza ancora più speciale: l’opportunità di intervistare Jessica Cioffi, in arte Loputyn, una delle voci e delle matite più affascinanti del panorama editoriale italiano.

Loputyn, presente allo stand di Rebelle Edizioni, è un’illustratrice e fumettista poliedrica, capace di spaziare tra generi e stili con maestria. Dalla storia vittoriana in tinta horror di Cotton Tales (edita da Shockdom) alla collana Le Favole di Loputyn, Jessica ha saputo conquistare il pubblico con la sua capacità di reinterpretare le storie che ci hanno accompagnato da bambini, regalandoci una prospettiva nuova e sorprendente. La collana, che per ora include Alice nel Paese delle Meraviglie e La Sirenetta, è un viaggio nelle fiabe classiche rivisitate in chiave dark, dove testo e immagini si fondono in un’armonia perfetta.

Ma il talento di Loputyn non si ferma qui. Nel 2024 ha collaborato alla Cursed Love Box, una limited edition per Halloween che includeva una copertina illustrata e una raccolta di racconti gotici e horror. Tra le pagine, i lettori hanno potuto immergersi nelle atmosfere cupe di La sposa cadavere, Il mistero di Sleepy Hollow e Lo sposo fantasma, storie capaci di far vibrare gli amanti del genere.

È in questo contesto che ho avuto il piacere di sedermi con Loputyn per un’intervista, scoprendo non solo il dietro le quinte del suo lavoro, ma anche la passione e la dedizione che mette in ogni suo progetto.

Intervista a Loputyn

Miriam: “Innanzitutto, ciao! Come ti è sembrata l’esperienza del Salone del Libro di quest’anno?”
Loputyn: “Partecipo al Salone del Libro da diversi anni, più o meno dal 2016, quando ho iniziato la mia carriera nel settore. Quest’anno, però, ho notato qualcosa di diverso: l’atmosfera mi è sembrata più intensa rispetto al passato. Anche la quantità di partecipanti è aumentata in modo significativo. Non so se sia solo una mia percezione, ma ho avuto la sensazione che ci fosse molta più gente rispetto agli anni scorsi. E infatti ho scoperto che quest’anno c’è stato un vero e proprio boom di ingressi!”

M: “Ho letto sia Alice che La Sirenetta e me ne sono innamorata. Ho notato che le tue fiabe si discostano molto dal concetto disneyano, più dolce e amorevole. Mi è piaciuta questa chiave più dark, sia nelle illustrazioni che nella traduzione di Tiffany. Qual è il lavoro che ti è piaciuto di più finora e dove trovi l’ispirazione per reinterpretare queste fiabe?”
L: “Nella collana delle fiabe, il mio preferito rimane Alice, perché è stato il primo lavoro con cui abbiamo iniziato. È un personaggio a cui sono legatissima fin da quando ero bambina, e la sua estetica e il suo modo di essere hanno influenzato molti dei miei lavori, anche al di fuori di questa collana. Quindi, quando mi è stato proposto di iniziare il progetto, ho subito pensato a lei come punto di partenza.

Con La Sirenetta, invece, ho avuto l’opportunità di esplorare qualcosa di diverso rispetto a ciò a cui ero abituata. È stato un modo per mettermi alla prova e sperimentare nuovi stili, ma rimango sempre connessa a quel mondo.

Per quanto riguarda l’ispirazione, prima di iniziare una nuova fiaba faccio sempre molta ricerca. Cerco di trovare una storia che si connetta al mio mood del momento. Ad esempio, inizialmente avevamo scelto un’altra fiaba al posto de La Sirenetta, ma mentre la disegnavo mi sono resa conto che non era adatta al mio stato d’animo. All’ultimo momento ho proposto agli editori di cambiare rotta: mi sentivo profondamente legata alla malinconia e all’amore intenso della fiaba originale di Andersen, che rifletteva anche la sua biografia. In quel momento ho capito che La Sirenetta era la storia giusta da raccontare.

L’ispirazione, quindi, nasce sempre da una connessione profonda con il mio stato d’animo e dalla ricerca di una storia che possa esprimere ciò che sento.”

M: “Mi piacerebbe sapere come funziona la tua collaborazione con Tiffany. Leggendo le fiabe, mi è sembrato che testo e illustrazioni dialogassero tra loro. Come lavorate insieme?”
L: “La connessione tra il testo e le illustrazioni è fondamentale, ma non è l’unica cosa che ci unisce. C’è anche una sintonia a livello di valori e personalità. Ho conosciuto Tiffany grazie a questo progetto, e fin dall’inizio lavorare con lei è stato molto naturale. Anche se prima non ci conoscevamo, c’erano già delle affinità che hanno reso tutto più semplice.

Per esempio, con La Sirenetta, Tiffany mi passava il suo lavoro capitolo dopo capitolo, e io mi sentivo immediatamente in sintonia con ciò che stava facendo. Quando siamo arrivati all’ultima parte della fiaba, che ha una morale piuttosto cristiana, le ho subito chiesto: ‘Come facciamo?’. E lei ha capito esattamente cosa intendessi ancora prima che glielo spiegassi.

Questa sintonia ci permette di creare un prodotto in cui testo e immagini non solo si accompagnano, ma si completano a vicenda, offrendo un’esperienza di lettura più profonda e coinvolgente.”

M: “So che non puoi rispondermi in modo definitivo, ma in futuro continuerai con questa collana in modo costante? Hai altri progetti in mente?”
L: “La costanza è fondamentale per me. Anche se ci sono altri progetti in corso, cerco sempre di mantenere un ritmo regolare. L’obiettivo è pubblicare una fiaba all’anno, anche se ci possono essere piccoli slittamenti.

Quest’anno, ad esempio, sto lavorando a un fumetto e ho già avvisato i lettori che la prossima fiaba potrebbe subire un leggero ritardo. Cerco sempre di portare a termine un progetto prima di iniziarne un altro: non lavoro su più cose in parallelo, ma mi concentro su una alla volta. Tuttavia, la costanza rimane un punto fermo, una promessa che mi sono fatta e che cerco di rispettare sempre.”

Dopo questa chiacchierata con Loputyn, non vedo l’ora di scoprire il suo prossimo lavoro. Il suo talento nel trasformare le fiabe classiche in opere dark e suggestive è qualcosa di unico.

Non resta che attendere il prossimo capitolo di questa avventura, pronti a lasciarci incantare ancora una volta dal suo mondo.